Giovedì 19 luglio a UJ18: il programma | Umbria Jazz
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Giovedì 19 luglio a UJ18: il programma

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Giovedì 19 luglio a UJ18: il programma


Alle 12 alla Galleria Nazionale dell’Umbria sala Podiani

DAN KINZELMAN’S GHOST 

Dan Kinzelman è un sassofonista americano che ormai da alcuni anni risiede stabilmente in Italia, dove svolge una intensa attività concertistica.  Ha lavorato, tra gli altri, con Enrico Rava, Stefano Battaglia, Mauro Ottolini, Giovanni Guidi.

Uno dei suoi progetti più interessanti e meno convenzionali  è Ghost, che consiste in un ensemble cameristico di quattro fiati: una tromba (Mirco Rubegni) e tre sassofoni e clarinetti (lo stesso Kinzelman, Manuele Morbidini e Rossano Emili) più percussioni. Ghost è attivo da sei anni, ha già inciso un disco e ne sta progettando un altro. Il repertorio è in gran parte originale (per lo più di Kinzelman) o deriva da generi spesso lontani del jazz, almeno come si intende il jazz nella sua accezione più purista. È una musica, quella di Ghost, scritta ma aperta all’ improvvisazione. Il quartetto di fiati e percussioni, già a partire dal suo organico, si sottrae ai generi e mescola spregiudicatamente avanguardia, echi di free Jazz, camerismo, minimalismo, musiche etniche di varia provenienza, musica da banda.


Libreria Feltrinelli, ore 16

Presentazione dell’album di inediti di John Coltrane “Both Directions at Once: The Lost Album”

Impulse!/Universal Music


Teatro Morlacchi, ore 17

FABRIZIO SOTTI TRIO

Fabrizio Sotti l’America l’ha trovata in America. Nel Paese delle opportunità per definizione si è trasferito da Abano Terme, la sua città, quando era un ragazzo di 16 anni. Voleva giocare la sua scommessa della vita: diventare qualcuno nel mondo della musica. Oggi Sotti è uno dei musicisti e produttori più famosi, ricercati, influenti della Grande Mela, quindi del mondo. Dopo i primi dischi come chitarrista, accolti con crescente interesse, ha deciso di esplorare l’altra faccia della musica, quella che si vive dietro alla console. È diventato produttore di enorme successo, lavorando per star come Cassandra Wilson, Jennifer Lopez, Shaggy, Whitney Houston, Zucchero. Due aspetti, musicista e produttore, che in un primo momento Sotti ha tenuto separati e che si sono incontrati soltanto in questi ultimi anni e con i suoi dischi più recenti. “Forty”, il suo quinto    album, è in un certo senso il punto di arrivo di quanto fatto finora ed il primo passo verso la prossima fase della carriera, o, come dice Sotti, “to a new place”. In Forty fa uso della sua nuova chitarra D’Angelico EX-SS Fabrizio Sotti Signature Model.


Arena Santa Giuliana, ore 21

PAT METHENY

A poco più di un anno di distanza dall’ultima volta,  Pat Metheny tornerà in Umbria con il suo show “An evening with Pat Metheny”. Il 19 luglio il grande chitarrista di Kansas City (nato a Lee’s Summit) suonerà a Umbria Jazz preceduto sul palco dell’ Arena Santa Giuliana dal quintetto di Kyle Eastwood. Il 4 maggio scorso Metheny era stato protagonista, con lo stesso quartetto, di un concerto di beneficienza al teatro Lyrick di Assisi per raccogliere fondi a favore delle popolazioni terremotate. Un concerto generosamente offerto dallo stesso artista anche per il suo profondo legame con l’Umbria ed il festival, dove è stato innumerevoli volte praticamente in tutte le formule possibili, dal Pat Metheny Group al duo con Charlie Haden, dalla partnership con Brad Mehldau a quella con Jim Hall.

Musicalmente questo quartetto ha portato delle novità nella musica di Metheny.

“Questa volta – ha spiegato il chitarrista prima del tour primaverile dell’anno scorso  – ho voluto rompere il solito schema di scrivere musica, registrare un disco, fare il tour. E poi ho tanta musica composta nel corso degli anni che non ho quasi mai suonato. Ho pensato che sarebbe stato interessante mettere insieme un gruppo davvero scelto di musicisti in grado di  coprire la più ampia gamma di tutto ciò che ho fatto precedentemente ed anche possibilmente svilupparlo in qualcosa di più avanzato suonando molto insieme”.

Sul palco si potrà  ascoltare un quartetto ormai rodato da un anno di vita. Il batterista, il messicano Antonio Sanchez, è partner abituale del chitarrista fin dal 2000, mentre nuovi sono il tastierista, l’inglese Gwilym Simcock (“Semplicemente uno dei migliori pianisti che ho sentito da tanto, tanto tempo”, dice Metheny di lui) e la contrabbassista Linda May Han Oh, malese cresciuta in Australia e poi residente a New York. Un vero talento.

Nel frattempo, Pat Metheny ai  suoi numerosi riconoscimenti, incluse 36 nomination e 20 vittorie ai Grammy Awards, ne ha aggiunto uno prestigiosissimo: la nomina a NEA (National Endowment for the Arts) Jazz Master. Il prossimo 16 aprile gli sarà dedicato un grande concerto a Washington.

KYLE EASTWOOD

Più figlio d’arte di così non si può. Kyle Eastwood, che esordisce a Umbria Jazz (Perugia – Arena Santa Giuliana, 19 luglio) con il suo quintetto, e’ figlio di Clint Eastwood e dal padre, ma anche dalla madre, ha imparato ad amare la musica ed il jazz in particolare. Il grande regista americano è notoriamente un jazz fan, al jazz ha dedicato un grande film,  Bird, sulla vita di Charlie Parker  (oltre ad aver firmato uno dei sette documentari curati da Martin Scorsese sul blues) ed ha usato molto spesso il jazz come colonna sonora dei suoi lavori. Nessun dubbio quindi sul fatto che abbia fortemente incoraggiato Kyle a prendere la strada del jazzman professionista e sviluppare il suo talento. Dopo un inizio come bassista elettrico nelle band giovanili di r&b, ascoltando in casa molti dischi jazz e frequentando con il padre i grandi festival come Monterey (con il privilegio di poter passare con lui nel backstage e conoscere personalmente i musicisti) il giovane Kyle si è affermato come contrabbassista, bandleader e compositore. Tra l’altro ha scritto e lavorato a soundtrack di pellicole importanti come Million Dollar Baby, Gran Torino, Mystic River, Invictus, Letters from Iwo Jima. Dal disco di esordio come leader, uscito nel  1998 per la Sony, fino all’ultimo, In Transit, di quest’ anno, Kyle Eastwood si è ritagliato un posto di rilievo nel mondo del jazz con la sua musica fresca e moderna, memore della tradizione e dei grandi jazzmen degli anni 50 e 60, ma perfettamente calata nel suo tempo.


‘round midnight Teatro Morlacchi

SERGIO CAMMARIERE 

Nella scena musicale italiana Sergio Cammariere è una figura decisamente atipica per il sommarsi, nel suo profilo artistico, di molti talenti: raffinato songwriter, interprete di rara intensità espressiva, pianista dal tocco elegante, compositore di colonne sonore per cinema e teatro. Cammariere è perfettamente a suo agio tra canzone d’autore e jazz, ma pure tra ritmi brasiliani e musica classica. E soprattutto, dimostra una innata predisposizione sia per la scrittura che per l’improvvisazione. Una figura di artista troppo complessa per “costringerla” tra i paletti dei generi codificati.

I concerti di Cammariere, poi, si rivelano sempre un’avventura mutevole in ogni situazione, ma tutte le volte riescono a restituire il calore e l’emotività che sono propri degli eventi live.

Come dimostra la sua carriera, prodiga di riconoscimenti e successi, Sergio Cammariere è un artista e compositore completo, sempre sorprendente, carico di umanità. Una figura elegante quasi d’altri tempi, creativa e in continua evoluzione e ricerca, destinata a lasciare un segno nella migliore musica d’autore.

 

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